Patrizio Marozzi pag. 36
Fare un approfondimento, una prefazione dopo l’averla scritta, quest’opera mi appare più come una costrizione burocratica che un vero piacere discorsivo, pertanto preferisco lasciare così la presentazione di quest’opera. Aggiungo che le prime due poesia dei due libri, oltre qui, sono pubblicate anche nel blog. Buona lettura. Grazie.
Patrizio Marozzi
Due Libri
Non ricordo il titolo
(di un personaggio assente)
e
Poesia increativa per smuntata
Tre brevi parti
di
Raccordo
Non ricordo il titolo
(di un personaggio assente)
Mi chiedo spesso che cosa stia per accadere.
Guardo, guardo! Ma non so dove mi trovo.
L’adolescente sbarca il lunario,
finalmente non vuole essere solo.
Che cosa si vorrebbe che accadesse.
Nulla!
Guardano in tutte le direzioni e per
Fortuna non hanno bersaglio.
Trovano un sedile, ma non sanno perché sedersi.
È solo una persona.
Qual è il suo pensiero e come si chiama.
Che importa saperlo eppure è fondamentale.
Guardo fuori è perché mi vedo nello sguardo.
Credo di ricordare.
2
Le donne sono vacche troie
Dipende dall’oggetto.
Si infrange il bicchiere nel vuoto
E non c’è neanche tempo che si spacchi in
Terra.
3
Sono assassini
Peggio dei loro neonati
O dei loro contratti matrimoniali
La corruzione è dentro il buco di culo.
Sono corrotti e marci e felici
E felici, per questo, nell’incoscienza.
4
Le istituzioni sono grovigli di menzogna
La corruzione è un componente famigliare.
Stipendiati nello spirito
Filantropi nell’istituzione del cazzo dominante.
Bastano i soldi e si giustificano
Senza Dio.
5
La sedia è vuota
Si sente il rumore nello spostarla
La panca ha più sedili
Una cooperativa corrotta.
La libertà ha un popolo. Corrotto.
6
Vorrei tanto tornare libero e sereno
Che scomparisse per sempre il male
Ma settanta volte sette puoi dire
La verità, e non sarà capita.
Spostano il denaro e cos’altro
Infingardi, contro la persona.
E la libertà.
Con venti anni, dopo, accadono le stesse cose
Come se non avessero capito.
E continuano a servire chi gli fa del male.
7
Si approssima quel pezzo di muro
Si schiarisce alla luce del sole e torna buio
Sono proprio insozzati
In una menzogna conclamata
Dentro i muri quadrati
Fuggono
E si appiccicano addosso come piattole
Vogliono il loro inganno
Senza nessun’altra realtà
Elegie della storia negli episodi
Sono idioti o solo persi
8
Una penna un righello
Si squadra il cemento
Si squadra lo squadrato
Dentro il cemento
È un sospetto o solo qualcosa che inganna
Non la suprema senza la redenzione
Un po’ per dirlo di vera creatività
E la serenità trova anche la libertà
9
Con gli occhi chiusi
Dormendo sogna
Ma c’è tanta ricchezza e tanta gioia
Quando è sveglia E sorride
10
Un tassello una penna
E un gesto con la mano
Quando sono stati vili
Nell’esaltazione della propria menzogna
Oh che strano è oggi
11
Sembra che ci sia qualcosa che accade
Guardo lento il guanto
La lana che ne forma il disegno
E l’aria tutto intorno, dentro
Attraverso
Il corpo non sembra stare nell’aria
Alla stesso modo
12
La pagina sottosta e corre
Ferma
Eppure non si capisce il significato
Sembrano
Ma la pagina sta sopra al segno
La penna scorre lo stesso nell’aria
Scrive, la pagina aspetta
E corre
Non c’è più acqua
La penna scorre la pagina sta!
Non è acqua il colore che si ferma
Nello spazio
La penna fa strane mosse
Tinge il foglio nello spazio
Che sembra restare fermo
13
Si sposta l’oggetto o il significato?
14
Guardo poi smetto di guardare
Che c’è
Un sospetto o un’illusione
Le due cose si annullano se potessero
C’è di fatto qualcosa che si vorrebbe
Ciò
Così le fa apparire
15
Per convenzione o per morte
Ma!
Cercano di genuflettere il capovolto giunco
E poi
Una volta il solo piacere bastava
Era la libertà
Poi non c’è stata più libertà
Solo piacere, malato di far le cose
Solo se convenivano
Anche parlare è ora questo
Misero soltanto, questo.
16
Ergardamente, non so
Non esiste
E i galoppini e i prepotenti
Ci stanno quasi tutti
17
La penna è ferma
Vicina ad un’altra penna
Una scatola è appoggiata sotto
Tutte le volte
Ed è sempre quella volta lì
Una parola come per dire
Che sgarbate, O stupide senza vanità
Una parola e una frase
Ma la frase intera è interrotta
Da troppi interrogativi
Non risponde e non ascolta
La scatola e due penne
18
C’è una fuga all’aria aperta
Un semplice respiro
19
Certo che il tempo
Non si sia più trovato
Questi temi senza soggetto inerente
Come semplici segni, scivolano
Tra l’inchiostro e il foglio
20
Le foglie e una forma
Con dentro le foglie
Scivolano su di esse
I profili e i perché
Pratici
Senza un luogo
Con un narratore ch’è nel luogo
Ma non ci sono altri
Diretti
21
Vorrei conoscere qualcuno
Che non c’è
In chi conosco che non c’è
Non c’è
Perché non conosco chi non c’è
22
Sembrava andare
Dove poteva, come poteva
In un altro significato
Ma è andato dove non si voleva
Per di qui o per di là
Ma qui
Non c’è nessuno
Si scrive di momenti
23
Un nome non è detto sia
Una possibilità
Un intelligente forse può essere
Ma quel nome non appartiene
A se stesso.
Ma ad un clan sociale
Non parla per questo
24
Si soccorre
Come un soffio il vento aspetta
Cerco di trovare l’aria
Che l’aspetta
Soggiace il ritmo
Peregrino al tempo
Solo e soltanto
Si specchia nel vento
E nell’aria si quieta
Il tempo che dice di attraversare se stesso
Non è questo tempo
Che attraversa se stesso
25
C’è del buio sopra il clima
È un respiro solitario nel tempo
Credo che sappia capire ciò che dice
Non trova spazio Ma è nello spazio
Ch’è nel tempo aperto
Soltanto il clima
Non è forse esatta la parola
O il suo suono si apre
C’è il buio sopra il clima
È semplice gesto.
26
Del giorno si aspetta.
Non c’è soddisfazione in quel calcolo
La soddisfazione
Sembra per dire
È ancora più libero
E allora c’è qualcosa da toccare
Per essere ancora qualcosa
Circoscrivere il vuoto
La paura e la vanità
Possibile degli altri
Ma non c’è più neanche da considerare
L’aspetto fisico
Il comportamento ripete
Le stesse cose
E non accade al verità
Non è impossibile
Neanche realtà
È forse il vero vuoto del mondo.
27
Oggi e il dì appresso
28
Si appresta in pensiero
La notte
Gli oggetti si muovono in prossimità
Del silenzio
Il senso è già fuori di essi
29
La rabbia non è un oggetto
Eppure è persa in esso
Non ci sono ancora state cose
Tutto è silente
Migliora il tempo
30
Per questo
E soltanto per quel dire
Che s’appresta
Non c’è soltanto che dire
31
Due fiori dal suono nero
Una pletora di stupidi
In oggetto
Che vogliono
Gli esseri detti vivi
Sono fuori dal coro
E sono impazziti
32
In Aquila
Il passo leggero
È tempo del racconto
Solo a dirsi
Raccordo
Poesia increativa per smuntata
-È privo di vita, è morto... il bisognoso..
- in favore!
- di tale genere spostamento in massa mi pare averla avvertita, successivi tempi...
- È l’andatura sostenuta. L'abbiamo avvertita in anfiteatro in direzione di pochi periodi favorevoli a causa di interruzione.
- Il fisico astuto infagottato di abito da lutto. Si va avanti...
- uno qualunque paga antemurali alla carogna, A convenzione che non
pongano fine di commuovere...
-siete convinti piagai falso?... insufficiente siete al corrente. Un imperiale
senza eccezione uno stratagemma.
- periodi a me la stessa persona...
- Fra noialtri, che facciate arrivare le fatiche
con pesanti modi di vivere;
-Tra noi, che il privo di atteggiamento. siamo provvisti,
spartiremo... E gli altri differenti...
A rodimento inaridito!
L'unico criterio è di tale genere di moltiplicarsi il lutto.
-La campionessa va oltre.
- facendo credere
ahimè!...
globali
come quello che sorte avversa!
avrei l'intenzione di dare dietro al sotterramento! Tutti fanno arrivare gli atteggiamenti.
ventiquattrore di indigenza!
Oh ore notturne di male!
esseri inesauribili selvaggi sbigottimento,
stirpi,
come quello che compieta parte scelta
calmo.
sfinito di coriza
È.
divisemi!... cambiate casa e l’attraversamento
slacciate la persona quel varco. sarà presente in conclusione sì?
chiusa... campionessa!
Chi impaurisce l’addurre che mi appartiene l’intenzione? siete presenti voi a me pertinente iniziale curatore, indossate
L’à paura organo tattile su ciò che mi appartiene, infrangibile sconosciuto.
comprensione, bel sesso rattrista avere presente che al di qua di.
niente altro comprendo.
di aver spanto
2
Ordine che ci prepara in balia della terra, che ci ostacola a causa di spostare un
attraversamento con l'esclusione di accordo piccola quantità stanze da letto.
Enunciare che non mi è facoltà di giungersi a riunirsi che mi appartiene.
3
Fatemi piuttosto che niente di tale genere armonia; lasciatemi ciò che mi appartiene
incommensurabile dolore. voialtri differenti non disponete della facoltà d’intendere il dolore
prima di...
noialtri racchiudiamo ciò che ci appartiene...
divisemi, vi dico varchi completi!
quella in parti articolò parole, vada subito in altra parte. lieve movimento dell’esecutore di territori stranieri, integri si
distanziano, in minor grado.
di aver spanto