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genesi del libro

 Questo libro è un libro finito. Ho pensato al progetto, che già me lo mostrava nella sua costruzione e realizzazione. Poi oggi ho capito, scrivendo il primo brano del libro, che questo progetto non m’interessava più, né tutte le pagine con cui mi si mostrava, molte, ricco. Stando su questo fatto ho capito che iniziavo un percorso su altre strade. Ora quindi non so quando inizierò questo libro, comunque lo potrete leggere man mano che esso si forma, sino alla forma definitiva. La mia metodologia della costruzione di questo libro riguarda quest’opera.

La prima stesura di ogni suo episodio sarà da me scritta a penna, che non mostrerò, questa è quella che vedrete. Quella scritta a penna, dopo il suo necessario utilizzo la butterò, e per cortesia non cercatela nell’immondizia per farne un feticcio.

Buona compagnia

Patrizio Marozzi


I giorni di Augusto Goldivo, l’italiano.

 

Spacco il mondo, urlo e volo m’incazzo come una bestia. Ed è solo un modo di dire. Corro come un ossesso e m’imbatto su di me. Chi sei cosa vuoi? Urlano, urlano. Hanno detto che non devi stare qui, non c’è posto non c’è posto. Non dirlo così forte non dirlo all’aria così forte. Non c’è nessuno che ascolta e sono tutti a guardare. Non è vero non c’è più nessuno, è una consolazione. Parto e volo nel cielo s’è così. Dubito che tu possa farlo. Perché insisti così, sono libero, sono libero. Il potere affossa se stesso è tutto un gioco del cazzo, non c’è nessun problema non c’è nessuna crisi. È il vuoto che spacca in due quello che vuole afferrarlo, e, gettarlo addosso, gettarlo addosso. Non c’è persona o crisi, sono esausto se mi sporco non tanto di quel che tu mi dici, perché io non ho questo problema. La paura è un’illusione, una stasi del buio virtuale in un’immagine alterata di un teleschermo. E questo è già vuoto. Ma il buio è già spaccato e il mondo è mio. Ascolta, tu, profano di niente, che hai costruito questa immensa illusione, quest’assurdo processo di vuote conseguenze. Mi guardi e già scompari, eppure sei la manifestazione dell’uomo che dice di sapere ma parla continuamente di quel che non riesce a fare. Io posso alzarmi in volo e volare, vedere la verità e non aver paura. Non quella di una crisi infausta del controllo, del denaro con cui il dio dell’illusione gioca con il mondo, ma la grande crisi della tua verità e la soluzione. La tua è una pioggia incessante che nutre la terra e non spegne nessun sole, perché non sei la verità della vita. C’è qualcuno che ti osserva non vedi, non vedi che c’è, e allora pensi che ciò basti a mettermi paura, io volo, volo lo stesso. In incognita, da solo o dinanzi a tutti. C’è qualcosa d’altro che vuoi dirmi, ma non ho più voglia di ascoltarti. Guardo appresso e respiro oggi passeggio da solo.

Ci siamo sporcati. Forse, solo un po’. Del resto era impossibile non attraversare quel posto. Solo di sghembo, quasi di striscio. Ora siamo qui e sembra non esserci, stato nessuno e nessuna strada attraversata. Fossero state le scarpe bagnate con la pioggia. Sarebbe solo un po’ di disaggio, poco, forse modesto anche per parlarne. Ma quel tornare su quel giorno come un argomento ossessivo… per poi accorgersi di essere da soli. Erano soltanto gesti richiami, un racconto che mi dicevo. Tutto è passato, tutto sparito, ora. Eppure sono seduto e sembro non avere problemi. Che cosa è stato, allora? Perché quelle spiegazioni, quel silenzio pieno di rumore e quelle spiegazioni che tenevano prigioniero il significato, c’era un interlocutore, e perché dovevo stare dove diceva, voleva lui. È tutto passato, ma tutto è ancora qui. Allora non ci ha lasciato? Perché il mondo dovrebbe lasciarci. Il mondo può sgretolarsi, ingannare se stesso fino all’inverosimile ma, se si è, felici è forse importante, che il mondo tutto il mondo lo sia. Il mondo. Il mondo vuole ciò che vuole, e tu tieni stretta tutta la forza di dare, e, il mondo forse può ingannarsi ma non può fuggire. Tutto raggiunge tutto e le cose non stanno se non dove devono stare, anche se sembra che il mondo non sappia più di se né di nessun altro. Non è un racconto né una storia, che dici? Che forse sembra motivata la ragione o soltanto impassibilmente ineluttabile… No! non può essere, non è così, le soluzioni non possono per sempre negarsi. Che cosa c’è, allora! Tutto rallenta, poi riprende a funzionare, ma è oltre che bisogna stare, che bisogna guardare. Non c’è dubbio così! Perché! ciò che è chiaro si compie e si afferra, non cerca l’elusione. Tu puoi dire ciò. Non cercare mai l’elusione, ma è sfuggente il patema della vigliaccheria. Vigliaccheria! Protervia, un gioco degli specchi senza nessuna accorta visione. Accorta, perché accorta? Voglio dire attenta alla libertà, non profanata dalle lusinghe della vanità, dallo stupido gioco dell’io nel mondo. Quante cose lasciano sfuggire così, ci si distrae e non si ascolta e non si pronuncia una parola, un significato la frase che sappiamo essere quella che non distrugge, che forse da forza. Che non, viene, compresa. Può darsi, eppure il suo afflato è lo stesso un tentativo, rende chiaro comunque, nella visibilità o nella bontà della coscienza, ciò che sta accadendo ciò che di bello può essere. Viltà non è prigioniera di ciò? No, credo di no.

Ho lasciato dei passi nella neve, fin sopra la collina, tra le montagne. Oggi non ci sono più perché è estate. Sono seduto qui in cima come se stessi aspettando qualcuno, come se avessi un momento da verificare, per cosa in fondo, non c’è niente più di quel che so. Eppure c’è qualcosa che mi chiama in un bisogno. È una certezza assoluta, tra un mio pensiero e la sua realtà. E non c’è muro da abbattere perché avvenga che il mio pensiero, sia reale, possa accadere e dove anch’io ho la capacità, l’atto concreto perché accada. È uno strano modo di sentirsi questo, mi sento quasi di avere la consapevolezza così esplicita dentro di me, da non sostare in fondo in una accettazione, ma proprio in una pratica della realtà, posso fare accadere delle cose con il mondo le persone. Non genericamente con il mondo del mondo, ma la verità nella sua espressione. Eppure, è, questo il mio sapere per quanto io possa tentare di partecipare a ciò, l’altro essere non può coniugarsi in questo se anch’esso non ha stabilito questo contatto con la verità. Lasciare che il mondo sia libero di essere ciò che vuole, che su l’altro essere io non possa fare più di quello che la scelta della vita del proprio essere sceglie di fare. Non si può forzare la libertà, per quanto tu partecipi alla costrizione di un altro, l’altro non per questo sceglie la verità e la libertà, che è in essere nella vita, nella dimensione più alta di qualcosa che dà al soggetto la possibilità unica di coniugarsi nella comunicazione. Per quanto l’adattabilità ti possa far partecipe di ogni scelta, e in queste infondi verità, non è certo che questo coniughi la verità con l’intera partecipazione. Ognuno libero della propria, adesione, è tra il mondo e la verità. Si possono forzare le intenzioni e aiutarci con il ragionamento alla disponibilità e al dare nel dare per capire, quasi in una sorta di sincerità senza atti di prevaricazione, eppure ciò deve superare se stessi, per essere sinceri veramente con loro, per scoprire altre verità di comunione tra l’assoluto di un individuo e l’altro. Bisogna astenersi per quel che, non, riguarda le proprie scelte di comunicazione, dall’assenza dell’ascolto qualora qualcuno voglia farsi ascoltare. E la capacità di trovare un altro essere in tale scelta è forse l’incontro che accade per scelta consenziente e reciproca della verità. La felicità può essere accettazione del fatto e della verità che lo supera, anche senza nessuna comunicazione con l’altro, se l’altro non c’è. C’è Dio con cui si comunica e ci si mostra, e per chi Dio non c’è. Qual è l’apparizione manifesta, il mondo o un bisogno? Può essere lacerante? Che aspetti qui sulla collina, sembra che la sera si faccia appresso, e io sono ancora nel silenzio perché queste poche parole per essere comprese da esso devono essere assorbite e essere placate da ogni animo di futile vanità, da ogni comunicazione bisognosa, in un abbandono che ascolta totalmente mentre parla con sé, un significato e una conoscenza, e la coniugazione di una pronuncia.   

Grattava ferocemente ossessivamente e mentre lo guardavo sembrava non accorgersi di me che lo osservavo. Se ci fossi, forse pensò. E stava lì mentre io cercavo di pensare ad altre cose, a cose belle e vere e non al perché quello continuasse a grattare quel muro. Quelle mani continuavano e graffiavano e con esso lembi di pelli e di unghia, da quella mano. Voleva cancellare il mondo e aveva cominciato da quel muro, e già era fermo quasi impossibilitato ad andare avanti – ferocemente – Che cosa era accaduto. Che devo pensare? Era forse quel possibile che accadeva. Era una distruzione della coscienza che cerca un lembo di esistenza ancora possibile. Che fai avrei potuto dire, non saprei forse mi avrebbe risposto quella persona. Eppure era l’unico modo che aveva immaginato per dire che la vita aveva ancora un senso. Era solo il mondo credo, quello che sovrasta e di cui si dice di farne parte. È così fragile allora la coscienza che partecipa del mondo, così ineluttabile il dialogo che può avvenire tra gli esseri che lo popolano. Gli esseri umani sono solo questa identità? Continuava a grattare perché era forse l’unico modo che aveva per esistere in questo mondo, perché di là di quello ciò che aveva inteso era forse, ancora forse oramai, l’unico modo per farsi ascoltare e dire quello che voleva, ma lo ha preso il mondo stesso non la vita e il mondo non capisce che la vittoria e la morte e spesso la vittoria della morte. Abbandonate questo mondo per pronunciare, non è la pronuncia il solitario gesto che vede solo il mondo come interlocutore, spesso assente con le sue motivazione, che ascolta soltanto la sua ipotesi di ragione, che ha reso astratta la voce la pronuncia di quell’uomo. Gratta via lembi di mondo se potesse ma il mondo è una parvenza, lo salva la serenità personale perché in esso molti si spengano, ma anche sappiamo amare? Quell’essere umano va capito e ascoltato prima che distrugga il mondo, quell’essere umano deve capire e ascoltare prima che il mondo lo distrugga. Si è essere umano.

Il fuoco è sospeso eppure sono seduto sul vento, non potrei altrimenti. Se stessi qui. Sei qui. Eppure quello che vedo è un pensiero che cerca sofferenza. Di chi è? Di chi è? Una volta lo sapevo, era possibile saperlo ma ora c’è solo la sofferenza, c’è solo il bisogno che non cerca altro, che si arrovella sull’io, che non chiede e non mostra più. È sempre la solita storia sappiamo cosa dici ma non è compiuto il fatto. La questione è l’impotenza e l’ossessione. No, è la mia bellezza e la sua e il suo silenzio che è fatto di un dubbio senza dialogo di un bisogno senza libertà della certezza che diventa ostilità. È la sua identificazione con un organo del corpo, con il dubbio stesso di chi sia, dell’incertezza e del suo bisogno. Di chi stai parlando? Di un fatto che non è comprensibile, eppure è solo ciò. Non ti sembra eccessiva quest’affermazione, dire ch’è solo questo. L’ostilità nasce solo da questo. L’ostilità di chi e per chi? Per chi? Per il silenzio e le parole pronunciate, è quella persona. Perché ci sei solo tu quella persona non c’è. Appunto non c’è non è conosciuta né visibile eppure, credi di sapere questo su di lei. Tutto questo non era quello che avevi in mente. Si è formato questo pensiero, perché hai letto tra le righe questa realtà. Dilla più chiaramente! Perché è compresa. Perché s’identifica con un organo. Non è una questione d’affetto, è un muro sessuale, questa è la tristezza. Il sesso come realtà della coscienza, ma c’è bellezza? Sicuro. E allora l’organo sessuale è quello che ha. Non c’è nessuna donna eppure è di questo che stai pensando. Di una figlia che s’identifica con l’organo sessuale della madre al punto di amare se stessa, amare solo un'altra donna, chiedere all’uomo di non esserci, un muro di ostilità. Tutto questo non è molto creativo. La morte non lo è. L’identificazione annulla il padre? No, è il sesso dell’uomo in genere che si annulla, come forma come sentimento. A tal punto. È un vuoto del significato, è scientifico. È poco creativo, è episodico? La vita è bella bisogna che si respiri a pieni polmoni. Questa presenza è triste, questa donna che non c’è, è comunque triste. È bella forse esiste. Non so non c’è eppure credo di sapere questo di lei e la sua tristezza. È il mondo che non crede al silenzio e nessuno cerca di ascoltare. È bene dirlo che non c’è nessun alter ego. Parlo di qualcuno che non c’è ma che esiste. Manda dei messaggi, cui credo non voglia si risponda, eppure comunica con questi. Ciò è quello che ho decifrato. Un’identità sessuale. Torniamo a me non c’è colloquio, con chi aspetta solo di esser capita per essere ostile, tutto questo pensare non dona significato. Vedrai che non accadrà e farlo succedere sarà, rivelerà solo un gioco, non si conosce il sentimento. Appunto per questo che sto parlando di ciò, capire ma non sapere e, poi essere pensierosi, ma è una realtà che esiste, così purtroppo soltanto in questo modo. Sappiamo che ogni altro è molto difficile. Torniamo a me.  E ciò senza amore, amicizia, senza sole e fiori soltanto cielo?

Questo certo disorienta un po’. Perché è accaduto qualcosa una storia. È soltanto un pensiero, un pensiero che non è completamente mio. Dobbiamo tornare a riflettere. In fondo si è, parlato di una possibile assenza d’amore tutta riversa nell’ipotesi, e quale ipotesi. Quella di una personalità che è andata al di là dei tuoi pensieri e che di fatto è labile. Non c’è verosimiglianza allora. Allora la libertà è stata scoperta e affrontata quasi a metà. La libertà si è un po’ persa dentro un interrogativo, un tentativo, quello mio. Dico della persona di ipotizzare un tentativo che non chiudesse il significato alla possibilità, ma è indubbio che l’impossibilità. non è un limite. ma una perscrutabile parola del sentimento che sa e, che se spera, lo fa solo per quel che è certo. E si compie qui in queste parole che ne racchiudono altre silenziose, che comunque appaiono, proprio perché io ho toccato il labile significato di esse. Questo forse è un atto d’amore estremo, un tentativo possibile d’amore, verso un’ignota coscienza, che compirà i suoi passi anche per questo, queste parole. Mi trovo spesso in un grande mondo, eppure c’è un tempo che soltanto sembra più lungo o lontano, troppo visibile, proprio perché troppo visibile. È per questo che manca un po’ di silenzio. Il silenzio va cercato comunque, proprio perché è tra esse. Allora si materializza una coscienza sperabile. Quello è un amore impossibile forse, ma sembra anche un amore oltre il possibile, lo è proprio forse. Lo è proprio. Chiedo? Non è chiedere è dare, cercando di fare che chi chiede non abbia bisogno di tanto. Che poi possa anche o per questo compiere l’impossibile, l’amore stesso. È bello!

Potrei dire che troviamo in tutto il giorno – la notte e forse un’ipotesi – un inganno. Non è soltanto un silenzio o un’immagine che sconforta. Eppure il buio della notte è bello. e tutto il resto. Quale resto. Quello che per tutto il tempo non fa altro che essere. Noi siamo tutto il resto non conta. Io sono non riesco in nessun altro modo a pensare bella la notte se non con me stesso. La coscienza quella che non turba che non inganna che rende tranquillo, che è tutt’uno con quel che si pensa che si faccia. Che ci fa sentire che partecipiamo a qualcosa di vero. E che ci dà un interlocutore fosse anche Dio, o proprio lui. E allora che cosa d’altro può accadere. Non siamo (,) forse stanchi dei sensi, è possibile che molta, che molta della coscienza che osservo che vedo in giro sia soltanto un desiderio inarrestabile e, peggio senza qualcosa che sia il significato la verità, la tranquilla affermazione di conoscere. Il totale disturbo delle forme della violenza non ci dà nessun richiamo. Non può darlo, per me è una’inarrestabile sopportazione, un’osservazione della fine imminente che cerca di sopravvivere all’intelligenza e all’umanità (.) questo trovo pazzesco, sopravvivere a ciò che è vita a ciò che troviamo come capacità stessa di capire. Sopravvivere al male per non essere sconfitti dal bene. Quanto pensiero umano sembra essere così. E allora la solitudine della notte, la sua bellezza stessa che sento mia. È proprio non avere bisogno non esserci, lì, con me, questa condizione che vuole disperazione ansia sconfitta del sentimento. sto parlando io adesso, eppure torna quell’osservazione, che ti fa essere in “compagnia” che non vuole la libertà, ma vincere anche il semplice respiro libero. Nulla dura eppure ciò ch’è vero sembra restare, esserci sempre. Al di là della lotta e, chi vi crede.

È fradicio il giorno come un cespuglio addormentato tra le braccia di un gigante sognate come il segugio che ha un nome che non ha ci sono giorni più di altri zuppi di tempo come se avessero già trovato ciò che s’apprestano a trascorrere forse non è proprio un episodio d’attesa anzi c’è proprio tanta calma in quei momenti quasi che le questioni e tutte quelle parole che sembrano soltanto dette per profferire una competizione una ragione e una vanagloria non avessi neanche da osservarle mi riposo così in questi momenti solo per dire che le persone che in questo vuoto sembrano s’incontrino su un terreno che non ha limiti mi dicono semplicemente che forse c’è un attimo questo in cui cercano e forse possono capire non c’è altro momento per poter ascoltare questo solo questo si respira in modo migliore ora e le cose non sanno di affanno né di stupido orgoglio e nel silenzio si può ascoltare qualcuno che ti parla mi parla è questo che dico il discorso astratto è un momento dove la riflessione si scrive e non c’è tempo per questo ma non confondo ciò con la fretta perché ho ascoltato e sto per parlare e il dialogo non è ostile ma si comprendono dei pensieri si dicono delle emozioni si ascolta lo sguardo è un flusso continuo di attimi non più divisi di storie non più frammentate e momenti soltanto dichiarati e vissuti ora la parola lascia l’ascolto e per quest’attimo ci si tocca è ancora astratto questo momento è narrazione o più esattamente libertà non liberazione o possibilità dico sinceramente libertà così è ognuno di questi autentici tempi.

Si poteva soltanto aspettare non vi era molto altro da fare perché che vuol dire aspettavo che fosse più vicina l’ora in cui avrei potuto forse spiegare che cosa stava accadendo dici che dove foste lo sapevi certo perché non avrei dovuto saperlo lo sapevo come lo so ora non c’erano altre cose che si dovessero immaginare del resto stavo soltanto aspettando come adesso dici sì possiamo dirlo certamente avverrà qualcosa non so potrebbe anche accadere che l’attesa rimanga tale che il luogo stesso rimanga tal che noi voglio dire io resto tale dovrà per forza accadere un altro giorno sto aspettando sono anche un po’ stanco non annoiato dell’attesa oggi sono un po’ stanco fisicamente ci siamo solo noi e queste parole ci sono io certo queste parole non altri credo ma allora forse attendi me non so non credo sto aspettando un silenzio e poi un suono credo immagino credo una persona a cosa pensi a quel che accadrà già è questo infatti che io penso più che la persona quel che accadrà comunque sta già accadendo qualcosa adesso sta accadendo sì ma è già accaduto altro è accaduto non credo e invece sì come possiamo dire che sta accadendo questo è perché credo altro è accaduto tutto ciò mi sembra una forma del dialogo un dialogo formante un quesito che è più un atto un presente e una domanda fanno il resto può darsi ma così dimentico l’attesa oggi resto qui mi siedo qui e respiro senza dire niente altro.

Il giorno è perso mi ha appena detto una persona appena passatami davanti chissà che succederà per il resto della giornata ha aggiunto appena adesso la stessa persona mentre si sta allontanando da me io non ho ricordo di questo mi era parso un sogno in realtà quella persona sento che sta dicendo mentre è ancora più lontana da me chissà che sogno è questo ora non ascolto più la sua voce e allora di quel sogno io sto parlando mi trovo in un altro luogo eppure sono sempre stato qui già un attimo fa era già qui e sono già qui vorrei dico avere attraversato già il significato eppure il mio sogno è compiuto mi sembra ero appisolato su di una pietra come fosse un luogo senza posto e quel che avevo dinanzi credo che non posso più saperlo o forse soltanto non riesco a ricordarlo che significato ha questo sogno che non è proprio più quel sogno ma soltanto il ricordo di un suo episodio forse neanche molto significativo e questo mio essere attuale o più esattamente tra l’ipotesi che sto ricordando e questo presente che sto vivendo proprio tra questi due momenti si sta compiendo quello che è il mio pensiero astratto è questa la sensazione che ho nel mio corpo quasi appartenesse all’astrazione che si determina con questo tempo ora ha luogo il mio pensiero parlo e guardo posso anche osservare una storia ed è pensarla e riflettere.

Il tizio à una certa fretta nel rialzarsi sembra proprio che stia per ricadere a terra poi riesce a stare in piede i suoi passi prendono un’andatura un po’ faticosa e pensa guardando la gente che gli passa accanto che il chiarore della giornata che si era aperta davanti a lui non aveva aperto un grammo in più del suo respiro così intendeva lui il tempo che trascorre nell’indifferenza del mondo più esattamente pensava questo strano mondo del dio che non era il suo ma era del mondo che cosa poteva rimanere di se stesso nell’indifferenza e cosa erano gli altri con questa indifferenza à fatto solo alcuni passi tra la gente che gli passa accanto sente il profumo di qualche donna e la sua irrequieta inconsistenza che può accadere di diverso ora o tra qualche attimo forse l’inno mortale della vita come qualcuno gli aveva detto ora è in piede e cammina con passo tranquillo il mondo di questa gente è spesso soltanto presente assente, inutile e consenziente cosa sta accadendo pensa sono caduto e mi sono rialzato delle persona avranno visto ciò e nessuna parola ho ascoltato del resto sono semplicemente inciampato e mi sono rialzato prontamente che altro può accadere in casi così non c’è niente altro che è accaduto e niente altro da dire mi siedo su questa panchina mentre guardo la gente che continua a camminare e passarmi vicino qualcuno si siede vicino a me sembra guardare la gente che cammina che le passa molto vicina questa gente.

Uooo! Sento delle urla sono lontane e mi tocco la fronte per sentirmi che cosa sto aspettando me lo chiedo come se fosse un gesto che devo compiere in realtà questo è soltanto un ricordo questo breve attimo trascorso à come il senso e il gusto scialbo dell’ansia di un mondo tutto derivato dalla sopravvivenza e dal denaro e io non ò più questo tempo troppe volte il mio esistere era la vita che ti pone in essere a ciò che sei e che ti succede e la realtà non è un problema sociale o economico da risolvere ma la visione stessa della realtà della libertà e del proprio essere ci sono cose che ti fanno sentire il mondo quasi impossibile da affrontare con i normali mezzi del tempo e dello scopo della funzione più o meno mediata dalla possibilità ci sei tu c’è una capacità che ti appartiene un talento imprescindibile e la possibilità incredibile che ciò possa non esserci più spesso il mondo è uno spazio inconsistente che mostra ancor più nell’incredibile sorte un senso di paura il mondo scopre un urlo della sospensione del tempo si aggrappa all’assurda ricerca della socialità alle sue movenze mentre sei dove l’incredibile realtà che c’è si rappresenta il mondo spinge ed è pazzesco continua a chiedere e tu con gli ultimi brandelli di forza che sembrano ti siano rimasti sostieni e respingi attacchi il mondo è debole e la tua debolezza sembra l’unica cosa con cui esistere con cui vivere la realtà e con cui sostenere un dialogo con un mondo sordo che esibisce insensatamente i suoi sensi sociali come l’orgoglio, l’insicurezza, l’attributo dell’illusione ci sono spazi ora che mi accarezzo la fronte che non ànno luogo se non nelle capacità più forti e vere della vita cui il mondo sembra piccolo per i suoi attributi cui spiegare è guardare la realtà è capirla e vederla per essere ancor più veri con se stessi sembra che sia soltanto l’attesa della sopravvivenza e non c’è nessuno al mondo che può capire o aiutarti e allora in un tempo ancora più incerto solo l’esperienza nuda e cruda di un mondo che non acclama ma che è può darti quel briciolo di forza che il mondo sembra non avere, superare la sua cecità oltre ogni possibile coscienza dei sensi, essere più disponibile alla vita della cattiveria e della pretesa di verità e superiorità di chi fa del male nella più assoluta incoscienza per coscienza di conoscenza. Mi accarezzo i capelli mi guardo intorno e cammino ancora per un po’ devo magiare e darmi una cena.

Oggi sento una grande voce d’acclamazione quasi si aspettasse un giorno e una soluzione c’è un gran vuoto attorno a me e sono scomparse le persone doveva esserci qualcuno che non à vegliato l’ombra della notte e oggi il giorno à sentenziato l’inganno possiamo dire così questo giorno dove tutti sono smarriti c’è sempre qualcuno prima o poi e c’è sempre qualcuno che prima o poi non c’è più ò trascorso tutte le domande possibile nella notte e non c’è possibilità che si sveli l’atto non sostanzia eppure è possibile e quella voce che sentivo camminando mi ricorda ora questa mattina sembra che ora si sveli è un altro giorno un altro giorno che inizia e trascorre guardo intorno a me e ora mi appaiono per la prima volta quest’oggi i suoni e gli sguardi più o meno assenti della gente che attraversa lo spazio questi corpi che vanno incontro a qualcosa o qualcuno e raggiungono e tornano indietro ci attraversiamo e attraversano questo mio questa notte sembravano del tutto elusi fuggivano per un strano tradimento un nottambulo rifugiarsi e io ò camminato come se nulla fosse e nessun sonno ci fosse ò atteso questo strano chiarore dell’alba e ò iniziato un giorno, ò iniziato un giorno.


Mi appare sospeso il tempo sopra di me e guardo al momento se potesse esso essere una rivelazione mi appare tutto e tutto potrebbe essere già compiuto ma è un’attesa e il silenzio non trova riparo perché la voce è limpida e con esso viaggio cammino e sto fermo e credo che bontà potrebbe e qual parola rinfrancare mi tiro innanzi e trovo solo acqua morbida e insoluta ma tutto sta per essere con essa limpido e il significato mi dice eppure mi patisce e compie se soltanto mi sentissi invero


Guardo che giorno Tutto questo accade e già si rivela la pioggia o l’acqua e i passi nel bagnato le certezze e le dichiarazioni quasi che questa giornata oggi il tempo che io non so oggi lo comprendo io che sono sotto la pioggia ma la luce mi rischiara gli occhi È atteso questo nuovo tempo eppure queste gocce di pioggia sembrano riempire un deserto e la mia vita mi trova in questo cammino quasi potessi rivelarmi più che osare c’è un grazie per questa pioggia


Mi sorprendo con lo sguardo in questo appena mattino e giorno mi trovo tra gente che mi sembra sconosciuta eppure vedessi Dio attraversarmi lo sguardo sarei qui a guardare anche gli angeli come fossero in un giorno e questo qui è lui Guardavo il Messia guardavo Cristo e altra gente trovo intorno a me chi son costoro o costoro sono le mie mani aprono il cielo Dio e vorrebbero coloro di un tempo il tuo ed io sono ancora in un tempo dove è ancor più giorno tu l’incontri io sono qui che l’incontro tra le mie mani e il viso si può forse vorrei


Mi appropinquo a cambiare il mio momento sento e forse mi lascio chiedere che le cose siano visibili come lo sono solo in apparenza in un giorno di festa forse cambio il mio viso in un sorriso tra la gente che saprebbe di dove fosse scaturito e forse ma soltanto nel momento che visto desta quella sorpresa che lascia al mondo qualcosa che vede e conosce sorrido e ascolto quel sorriso


Languido è il tempo e la fatica oggi il mio corpo sovviene e si carica di tutto gridano infausti gli ordini del tempo e il tempo trova soltanto una rappresentazione sembra quasi che abbia da dire una gran rabbia me è soltanto una parola e allora costruite qui in mezzo a questo punto dove cammino dove visto agli occhi di tutti l’orgoglio vano di un tempio smarrito trova catafalchi che lo rappresentano eppure il mio giorno è di pioggia e di sole e tutto questo è bel lungi dall’essere una visione chi sono per dire che la mia anima è qui con me e che mi edifica al di là di una raccolta di tempo e storia e come una folata di forte vento che spazza via dalle mani di qualcuno i fogli di carta dati per soldi che fa cadere i banchi e disperde gli scambi e trova le ossa ruvide della terra il corpo à di me questi passi eppure mi edifico di un’anima che sento quanti giorni e che importa cerco l’amore o semplicemente Dio


Sono sognante forse oggi dopo la pioggia della notte eppure quel freddo o bagnato non mi dicono nulla che non avessi già saputo ti comprendo o mondo che mi osanni nell’indifferenza di un succedere oltre questo mio significato ti appaio come l’ultimo dei giorni e per questo senti quasi di dovermi indicare sul mio passare ti comprendi giusto quasi e per questo eppure iddio conosce il vero mondo dell’anima e non lusinga il mio accadere perché vuoi tu tutt’altro l’umidità e il mio bagnato notturno vanno via con il sole e che Dio mi assolva e aiuti per questo Cristo conosce


Mi sembra dunque che questa nuova notte sia meno sola eppure fredda che sia dunque in me qualcosa che mi anima se io dovessi in cuore mio soltanto credere cosa domanderei la vita è qui e io la contemplo ti domando ma dunque vedo le tue risposte mi adempio con acqua e vento come questa notte eppure l’antico dubbio di come sia possibile mi dà e dice che devo nascere da umiltà che se non so e chiedo domando incerto non la mia speranza e fosse anche vera fede ma domanderei il mio dubbio e ò solo paura e incertezza per questo e allora sbaglio la mia contemplazione e anche questa notte se di attesa o speranza la fede non dà adito e io ascolto questa pioggia solo e questa aria fredda della notte che dubbio chiedersi come è possibile che lo spirito mi nacque per sempre e io con quest’acqua fredda e notturna nacqui e nascerò Se appunto su questa solitaria camminata un perdono dovrei ricordare il mio dubbio e il perdono che forse Cristo mi à concesso la salvezza è sicura ed io devo far risplendere in me questa luce che mi appare sono solo e forse è solitaria anch’essa eppure oltre il perdono c’è anche per me l’amore del mio amore mi siedo appoggiandomi ad un albero forse per un po’ o forse fino a domani giorno


Che volete lasciatemi camminare in pace che fai c’è forse un’altra persona che dite di certo di certo non c’è stato che lui c’è sempre e per sempre io mi allontano che volete fare fatemi camminare che fai io cammino ma posso anche smettere di camminare camminare e forse un giorno ci salverà chi siete sono io chi parla oggi mi fermo sono stanco che c’è non confondete il mio passo poi mi cheterò ma ci salverà


Ò il viso nella terra la mia bocca ne sente il sapore se è terra o semplice erba la mia mano tocca quel che sente la mia bocca e i miei occhi sono così vicini alla terra non sono inciampato sono caduto soltanto caduto e mi appresto a sentire le parole come della terra vorrei temprare la loro resistenza e questo è proprio della terra è storico la parola la tua parola Dio à trasfigurato la presenza stessa della vita e Cristo nella trasfigurazione la caduta e la resurrezione io mi appropinquo alla terra e mi rialzo non posso capire il tempo della storia che parla per Dio di Cristo che si fa assenza soltanto per la pronuncia antica degli uomini una spiegazione che cercava chiarificazione e per questo come è stata rimane io non c’ero in quel dialogo ò un po’ di terra sulle labbra che posso la contemplo mi pulisco con la mano il labbro e un moscerino sembra salvarsi non sappiamo niente ma testimonio in cuore ti credo solo tu sai se basta è già possibile ancora per un po’ rialzarsi andrò a sedermi in un luogo tranquillo


Quel giorno Augusto era seduto in un piccolo parco e lì presso di lui si avvicinò una giovane donna aveva una bottiglia d’acqua Augusto ne chiese un po’ alla donna dissetatisi restarono seduti insieme Augusto in cuor suo voleva che quella donna le parlasse ma quel silenzio in comune non era così sgradevole non ci fu poi molto di più in quel giorno entrambi forse avrebbero potuto essere amati come se la loro storia non avevano che vissuta senza averla raccontata questo silenzio che avevano non era forse una spiegazione e non poteva certo immaginarsi come un racconto era ad ogni modo una confidenza che avveniva tra loro due che la gente li guardasse era pure presente ma era anche per questo altra cosa questa confidenza che in quel momento avevano non accettava o cercava delle conferme si rivelava semplicemente dentro di essi il silenzio non era semplicemente non udito dall’altra gente che passava loro vicina era forse per questo solo rappresentato dalle loro mani che distrattamente poggiate sulla panchina si tenevano l’una all’altra quella di lui e quella di lei non spesso si guardarono ogni tanto con i visi sereni e rilassati poi Augusto d’un tratto disse che tra un po’ lei lo avrebbe salutato e che quel dissetarsi insieme avrebbe ricordato la gentilezza di quel silenzio e disse come in un tempo che ricordava di un incontro passato credo che tu sia una giovane samaritana volesse la bontà di Cristo che le parlò darci la speranza della verità e tornarono nel silenzio stringendosi la mano


C’è poco da dire oggi credo di avere la febbre non so quanto patirò il freddo della notte, tra la fatica, la febbre, il freddo che mi stordisce il corpo cerchi di scaldarti e aspetti, ci vorrebbe uno scrittore per romanzare le notti che come questa mi tocca

Dio eppure so che il corpo può dimenticare se stesso e questo ricordo di un cervello che fatica a pensare e soffre di un corpo che stanca il cervello con i più piccoli movimenti se trova riparo in una sorta di grazia può salvarsi anche se la volontà non esiste più non riesco a dire passo la febbre e la notte se ce la faccio ogni episodio à una storia incredibile e solitaria e forse con qualcuno


Il grande cammino che mi appresto a fare forse è impari può trascinare un letto un uomo e non dormire in nessun posto può questo corpo districarsi nel tempo eppure sperare torniamo forse anche ad immaginare e quando i miei passi trascinano questo visibile mi appresto a una salvezza per un compito se ci fosse Cristo non c’è né visibilità né invisibilità non c’è da sperare in qualcosa che accada per un bene perché il bene non à bisogno di accadere e quel giorno il mio corpo non trascinerebbe un giaciglio che non à posto i giorni sarebbero compiuti e il mio spirito l’anima mia palesi Quest’oggi tutto questo è compiuto e ogni momento del suo compimento il mio pensiero torna a sperare e al contempo essere chi mi perseguita questo tempo un po’ e i suoi sciacalli suddetti alla temporalità del giudizio finale Trascina il mio corpo Signore nella speranza che la giornata mi accolga senza giudizio tu che non sei scusa né effetto è una piccola orazione


Bisogna andare mio Dio cosa posso manifestare io cosa posso raccontare e testimoniare Mio Dio liberami da tutto come posso riuscire io vagabondo tutto si è compiuto in te eppure non ài sortito nulla al compromesso e ciò che è voluto restare così e allora come posso io e perché potrei sembra che quel che non riesce non riesce eppure devo forse testimoniarti lo stesso perché chi à creduto à compiuto ed io spero e converto la mia vita che i giorno siano solo questo forse


Dicono che il bene adempie e io seppure chiedo con timidezza, forse non capisco perché dovrei essere esaudito eppure nudo chiedo eppure ricevo da te Dio forse appaiono grandi segni cosa c’è allora che posso aspettarmi vorrei ancora la verità ma mille anni di bene che fai si mostra nell’egoismo del dialogo tutto sul proprio io ecco perché l’occhio dell’anima e della bontà non appare e tu puoi e mi doni semplicemente perché credo fossi anche io sconosciuto per la verità se chiedo la mia domanda avrà la risposta tua eppure i mille dinieghi del mondo l’anima donata che si spera non disperda te seppure l’egoismo si mostra a me per dare non ò testimoni non ò mostrato me al mondo Non ci sono miracoli eppure pensieri della tua vita Sono un solitario camminatore che cerca la vita dei suoi giorni e il suo pasto quotidiano


Ogni passo mi affranca eppure sono solo e sotto le intemperie della giornata è ovvio perché stupirsi di ciò le parole sono giuste e vere Gesù è limpido e non ingannevole e son così certe che non transigono è così che allora dovrei adempiere nessuno può andare a Dio se Dio non vuole, ma a nessuno è impedito tanto E allora mi sostengo chi potrei tradire e come potrei scegliere anche sbagliando a nessuno è impedito tanto mi guardo intorno e vedo tutti intorno a me e dico c’è un grande buio fitto della comunicazione perché c’è un grande buio fitto nella sincerità A nessuno è impedito tanto ma l’amore è fortemente limitato devo sedermi un po’


Alcuni giorni sembrano normali invece sono pieni d’insidie è scamparsela dall’ignoranza o da qualcuno più categoria di altri che cerca un motivo un pretesto per prendersela con me qual è il mio tempo allora son venuti in pompa magna quattro tizie a dirmi che dovevo andarmene da lì dico anzi quasi che ci fosse un lì che assurdità è questo lì o qui per uno che deve solo sedersi e magari dormire un po’ facendo finta di guardare il sole sono motivi questi e di quel scampato pericolo la mia vita è sorta qualche volta son giunti e non c’ero e allora perché cercarmi chi volevano chi andavano accusando e di qualcosa per chi dove sono questi mondi e queste opinioni che parlano di certe verità dietro a stratagemmi del pregiudizio e dell’ignoranza fattasi conoscenza di protervia qui ci sono solo io e io non sono quel che cercano e allora cercano chi trovano o soltanto un dialogo che non sanno affrontare gli spazi quasi fossero soli e pensieri mondi altri da occupare cacciando magari chi ci passa per caso quasi che chi c’è non sa bene perché e serve per questo un pretesto per rappresentare lo spazio come un luogo conosciuto un luogo da cui pretendere che qualcuno come me non possa sedersi e se vuole riposarsi quale pazzia è questa di dirmi chi è degno o no di sedersi da pensare che il mondo intero sia soltanto un sedile occupato o da lasciare libero per qualcuno che crede così questi sono certi giorni per me quelli dello scampato pericolo giorni delle opere malvagie


E ancor di più mi sentivo io che se fossi apparso forse mi sentirei già gaudio i giorni sono tutti un miracolo se solo ci fosse meno pregiudizio invece stanno a dire come e quando devo esserci perché so cose che da loro non ò imparato già come se Dio non dia la vita già in sé e non sappia il mio capire quel che può sono qui e non ci sono eppure credono sempre di sapere chi sono ma chi veramente sa di me più di quel che io stesso so ma che mi tiene in armonia dove io in fondo credo mi apparto per stare tranquillo e aspetto che il sorriso si apra sul mondo


Oggi sono in piedi e mi faccio una bella passeggiata di fatti con chi dovrei stare a parlare quasi dovessi aspettare son già in questo giorno e cammino e vado certo qualcuno potrebbe pure accusarmi di questa vita e pensando al vangelo dico ci parlasse Nicodemo con questa gente la trovasse sparsa per il mondo e si sturassero un po’ le orecchie non perché sordi per ascoltare ma per sentire almeno quel che loro dicono e quanto vacuo può apparirmi quel chiacchiericcio quel politichese poliziesco che sembra fatto apposto per giocare alle tre carte all’angolo di una strada oggi me ne vado a passeggio e penso proprio di fare una bella passeggiata che ci sia tempo o spazio poco importa quel che mi va è di passeggiare e lasciarmi alle spalle le pettegole chiacchiere di dipendenti del caso del pazzesco vacuo giudizio


Oggi sono seduto all’ombra di un albero e penso che cosa c’è di più spiacevole dell’attributo di senso che si trasforma in un effetto del giudizio sembra che la verità per essere vera debba essere applicata dalla condanna se la condanna appare la verità à così il suo attributo e allora di me che ne sarebbe voglio dire in rapporto al capire chi dovrei condannare l’ombra dell’effetto sprigiona tutto il pregiudizio fino all’attribuzione della verità siffatta come dire se Dio dice la verità la verità non è nella manifestazione di essa e nell’espressione che si manifesta nella differenza qualora la verità avesse un concetto sì alto dovrebbe essa stessa manifestarsi nella compiutezza e non nel semplice attribuire ad essa l’apparenza dell’effetto sull’ombra stessa del mondo questa è la disdicevole sentenza del giudizio non della visione della verità non uccidere per esempio non è l’attributo per l’effetto che adombra il significato e giustifica la sentenza non uccidere è l’attributo dell’amore che converte non uccidere è uscire dalla logica dell’effetto dell’uccidere qualsiasi esso sia e chi è senza peccato per questo al tal punto da poter scagliare una pietra e giustificare l’effetto sull’ombra della coscienza per far sì che essa stessa assolva il giudizio e giustifichi l’attributo che le si vuol dare l’espressione della verità in sé non è una condanna a morte non è l’ombra fallace che assolve per questo atto i giustizieri l’espressione della verità si compie nell’accettare la verità ciò non dà adito all’ombra di significare perché il senso è dove sta l’attributo di Dio che non può essere niente altro che un compiuto atto di verità la coscienza non è più una semplice scelta se per fede ò risolto l’impossibile quell’impossibile è parte di me e della verità del mio essere se ciò è parte di Dio e non dell’ombra manifesta dell’effetto del giudizio ciò è manifesta possibilità della libertà ciò non s’intende per l’ombra del giudizio che proclama il diritto e la giustizia dell’effetto o il suo contrario ma per sostanza della coscienza che non è parte dell’ombra del mondo ora per ciò io chi dovrei condannare dato che non ò effetti da conclamare per subissare con la mia ombra il giudizio e la condanna se son per un momento pure senza peccato ben donde il mio sedermi sotto quest’albero e se avessi la mia ombra che cerca solo la complicità del mondo cercherei soltanto una sentenza invece della libertà in realtà l’unica ombra che posseggo è questa di quest’albero


Mi sembra una strana nostalgia il mondo della terra e dell’anima voglio dire se c’è il peccato che non ci abbandona fosse anche la virtù a riempirci dove sarebbe quel mondo che mi fa tanto nostalgia della beatitudine di Dio proprio perché venuto e tornatovi siamo qui rimasti e nostalgico contemplo questo divenire il corpo non è comunque fatto per il meccanico odio


Oggi è cambiato il mondo e certe fatiche mi sembrano lontane in cuor mio ò ascoltato le parole dell’anima come fossero di Gesù il mio corpo stanco o afflitto o riposato non lo tengo martoriato non lo è quasi volessi annullare ciò che si è dovuto compiere il martirio di Cristo non vivo nel bailamme dei gesti del corpo dei gesti del corpo solo per determinare una causa a cui dare un’interpretazione cerco di vivere nella pratica della coscienza e nella fatica del corpo l’anima mi aiuti la schiavitù è donde l’odio è costretto da se stesso ma se la parola lo annulla e trova l’amore l’amore non è soltanto essere ma contemplazione e vita e la vita non à pratica ma amore e così forse non giubilo il semplice orgoglio ma le parole della verità il corpo mio può essere semplicemente amabile non lapidato o crocifisso


È spaventoso l’ottuso pregiudizio in cui in certi giorni mi posso trovare eppure se i ciechi son ciechi perché non possono come possono questi non ciechi ottundere l’anima e il semplice cervello per dire e fare sciocchità e insulti senza intelligenza ma negando la stessa bontà quasi in odio e già la vita che faccio è strana e i rapporti sembrano incredibili certe volte ma ben donde tengo a bada questo stupido mondo del pregiudizio e seppur mi adombro un po’ per tutto questo non detto e mal detto perché lo sento come una grande perdita di energia nel rapporto con il tempo della verità dovrei forse tapparmi gli occhi e chiedere l’elemosina quasi fosse convenevole al caso e alla necessità del pregiudizio ma donde ne viene se non dalla grazia se non dalla stessa possibilità di Dio di svelare la coscienza alla mia stessa possibilità e allora cosa ò da barattare con il niente e con la vacuità di un’intolleranza indifferente uguale insomma inutile anche per la pratica del mio vivere questi giorni in questo giorno si respira un po’ diversamente ma poi si svela tutto e mi ristoro nella mia serenità grazie a Dio


I compagni di viaggio dove trovarli come campare riconoscere l’amore è già in realtà come trovarlo non si cerca ciò che si trova e quel che si cerca deve trovare la sua grazia e così per tutto il tempo non c’è da trovare ma la sapienza riconosce come la bontà allora siamo favoriti anche quando tutto appare strano quando è bella la schiettezza della verità netta e chiara senza intendimenti o strani sotterfugi oggi mi santo ristorato senza fatiche quotidiane si guarda il mondo si è senza che tutto sia necessario che tutti sappiano ciò quel che si sa e so per questo è che la verità che si sente è più grande di tutto l’apparire di tutte le cose che sembrano accadute perché sono nella storia e solo nel mondo la storia è così parte irrilevante che si considera quasi misurandola nell’invisibile ma che non soggioga il silenzio che ne annulla il caos del suo apparire c’è serafico l’animo e il mondo che gira intorno e non invade è un distacco che non annulla ma che dà consapevolezza senza bisogno di gloria essa è soggiogata dalla verità che si sente è un grande amore sempre vivo da vivere


Ci sono giorni che le cose sono più di quel che accadono sono segni così intellegibili eppure non basta questo per capire e accettare la trasformazione del senso della materia umana per mezzo della spiritualità di Dio credere con parsimonia e certezza di tanto accadere al meraviglioso stupore e in questi giorni così che trascorro credo più libero e solitario e le parole che si possono dire anche incontrandole devono anzi dico sono placide e di sereno ascolto lascio l’enfasi e l’esaltazione spesso alla stoltezza?

Sono seduto e guardo il cielo e vedo volare gli uccelli.


I giorni di festa sono giubili e bei pensieri eppure nell’ombra c’è sempre un’infranta tristezza ma la sorpresa è grande si aspetta la vita perché questa festa è quella che festeggio con la mia felicità quella che dice così tanto che sgomenta che tempo è il giorno di festa della vita e c’è qualcuno che n’è scontento ma io a chi ò detto di questa festa se non soltanto a Iddio che à apparecchiato il dì credo in questo giorno e forse è questa la festa la festeggio forse da solo eppure è il giorno della vita tutto il giorno sono felice e c’è una salvezza in questo una grande salvezza Dio si è compiaciuto perché si possa trovare questo giorno questo giorno di festa è il mio giorno


Oggi è un giorno particolare mi sono tuffato e ò nuotato e mentre nuotavo in là nello spazio dell’acqua ò pensato alla dolcezza di questo dolce fluire e alle parole di Cristo Il servo non è più grande del suo padrone né l’apostolo è più grande di colui che l’à mandato se capite queste parole siete beati se le mettete in pratica Ora nuoto verso riva e mi asciugo con l’aria il vento tra gli alberi può il semplice gesto dell’acqua sul corpo cambiare il senso e il significato del mondo Cristo che lava gli apostoli può un gesto così semplice aprire il significato È mistero e impossibile insieme che scompaiono così semplicemente compiono c’è un mondo che non è rappresentato che è di là di questo gesto farsi veri perché la verità esiste e accoglie perché il mondo sia senza ipocrisia sparisce ogni concetto di differenza o uguaglianza ò nuotato e mi sono asciugato all’aria Il servo non è più grande del suo padrone né l’apostolo è più grande di colui che l’à mandato se capite queste cose siete beati se le mettete in pratica


Oggi mi sono guardato intorno ò osservato me stesso e credo di essere al compimento di questo mio diario tra un po’ sarò a casa sì torno a casa per quanto possa dirsi casa il luogo con cui si parla diciamo che mi appresto anche ad una abitazione chi sia stato in questo tragitto sono queste parole che lo ànno raccontato certo diciamo che uno ripensa a delle cose e le pensa con un suono poi scopre che quel suono sono le cose che sa ma anche quelle che non sa e allora io mi penso come sono ascoltando e scrivendo, parlando e ora potrei dire con una piccola enfasi che sono un santo un poeta e un navigatore insomma vivo il mondo e il luogo è un atto ma è anche un gran compimento non omogeneo ma sostanzialmente libero e per questo vero un tralcio che rende viva la sapienza di Dio e per ciò racconto questo mondo dovrebbero bastare queste parole eppure c’è quasi un’attesa quando sarò a casa leggerò dal vangelo di Giovanni che va dalla predizione del tradimento sino all’ultima parola ò lasciato indietro e fuori il racconto dei luoghi in cui posso anch’io dirmi tradito ma che importa certo il mondo più che altro si sofferma su una raccolta esteriore che rende questi uomini e donne come fossero pieni di sé ma sovente ò scoperto che non vi è nulla da apprendere o da capire sembrano belli e sontuosi esteriormente ma non conoscono né la bellezza né la verità e neanche la gentilezza che spesso è un gioco e un sotterfugio insomma pieni di sé senza essere e questa è la storia di tanto mondo di molto e allora andiamo avanti con il suono delle parole e diamo amore alla leggerezza della confidenza alla spontaneità che si fa prossima questo è il mio diario il diario di Augusto Goldivo l’italiano torno a casa dopo un luogo viaggio e sono felice di questo giorno

 

 

 

 


Appendice

21Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". 22I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: "Di', chi è colui a cui si riferisce?". 25Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: "Signore, chi è?". 26Rispose allora Gesù: "È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò". E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.27E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: "Quello che devi fare fallo al più presto". 28Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; 29alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: "Compra quello che ci occorre per la festa", oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.

31Quand'egli fu uscito, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

36Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi". 37Pietro disse: "Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!". 38Rispose Gesù: "Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte".

14

1"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;3quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 4E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".

5Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?".6Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.7Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". 8Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". 9Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. 13Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".

22Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?". 23Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. 26Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. 30Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, 31ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui".

15

1"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.9Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.17Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

18Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. 23Chi odia me, odia anche il Padre mio. 24Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. 25Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione.

26Quando verrà il Paraclito che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; 27e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.

16

1Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. 2Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. 3E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. 4Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato.

Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi.

5Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? 6Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. 8E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9Quanto al peccato, perché non credono in me; 10quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; 11quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.13Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.

16Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete". 17Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: "Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?". 18Dicevano perciò: "Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire". 19Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: "Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po' ancora e mi vedrete? 20In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.

21La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. 22Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e 23nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla.

In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.24Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.

25Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. 26In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: 27il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. 28Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre". 29Gli dicono i suoi discepoli: "Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. 30Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio". 31Rispose loro Gesù: "Adesso credete? 32Ecco, verrà l'ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.

33Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!".

17

1Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. 2Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 4Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 5E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.

6Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. 7Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. 9Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. 10Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

12Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.13Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

15Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. 16Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; 19per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.

20Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me;21perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

22E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola.23Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.

24Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.

25Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. 26E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro".

18

1Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli. 2Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli. 3Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.4Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?". 5Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!". Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. 6Appena disse "Sono io", indietreggiarono e caddero a terra. 7Domandò loro di nuovo: "Chi cercate?". Risposero: "Gesù, il Nazareno". 8Gesù replicò: "Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano". 9Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: "Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato". 10Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11Gesù allora disse a Pietro: "Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?".

12Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono 13e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno. 14Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "È meglio che un uomo solo muoia per il popolo".

15Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; 16Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. 17E la giovane portinaia disse a Pietro: "Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?". Egli rispose: "Non lo sono". 18Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

19Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.20Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto".22Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?". 23Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?". 24Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.

25Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: "Non sei anche tu dei suoi discepoli?". Egli lo negò e disse: "Non lo sono". 26Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: "Non ti ho forse visto con lui nel giardino?". 27Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

28Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: "Che accusa portate contro quest'uomo?". 30Gli risposero: "Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato". 31Allora Pilato disse loro: "Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!". Gli risposero i Giudei: "A noi non è consentito mettere a morte nessuno".32Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?".34Gesù rispose: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?". 35Pilato rispose: "Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?". 36Rispose Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù". 37Allora Pilato gli disse: "Dunque tu sei re?". Rispose Gesù: "Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". 38Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui nessuna colpa. 39Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?".40Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!". Barabba era un brigante.

19

1Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: 3"Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi. 4Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa".5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". 6Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa". 7Gli risposero i Giudei: "Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio".

8All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura 9ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: "Di dove sei?". Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: "Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?". 11Rispose Gesù: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande".

12Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: "Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare". 13Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.14Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!".15Ma quelli gridarono: "Via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato: "Metterò in croce il vostro re?". Risposero i sommi sacerdoti: "Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare". 16Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

17Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. 19Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". 20Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: "Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei". 22Rispose Pilato: "Ciò che ho scritto, ho scritto".

23I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. 24Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:

Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte.

E i soldati fecero proprio così.

25Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". 27Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

28Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". 29Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta diaceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!". E, chinato il capo, spirò.

31Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. 33Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

38Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatéa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. 40Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. 41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. 42Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

20

1Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". 3Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.8Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. 10I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.

11Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". 16Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! 17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". 18Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.

19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". 22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò".

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". 27Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". 28Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". 29Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!".

30Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

21

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.

4Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". 6Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: "Portate un po' del pesce che avete preso or ora". 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. 12Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore.

13Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. 14Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

15Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli". 16Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle". 17Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle.18In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi". 19Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi".

20Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: "Signore, chi è che ti tradisce?". 21Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: "Signore, e lui?". 22Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi". 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?".

24Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

 

 

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