Ritrovamenti

Di Patrizio Marozzi

 

Introduzione

Ritrovamenti, sono certi sguardi con cui si è “guardato” e osservato luoghi – e per questo si ritrovano nei luoghi. I ritrovamenti poetici, questi che si propongono in lettura, sono stati da me, ritrovati, già composti in libro di poche pagine – 23 poesie – compiuto nel suo sviluppo. Sono scritte, molte a penna, ed alcune a macchina da scrivere, dico ciò, perché è la forma in cui ho ritrovato questo libro – Lo avevo dimenticato, non ricordavo che stesse tra quei fogli rilegati, che vedendoli chiusi, non mi si rammentavano del loro contenuto; certo è bastato leggerli per ritrovarli. ( e riscrivendoli ricordarli) Una piacevole impressione nel riscoprirli. Ho trovato della bellezza e uno sguardo. Appartengono agli anni 1983 e 84, ma con due poesie collocate in un altro anno. Una ha connotazione temporale solo nel mese: Maggio scritta a Riccione e un’altra nel 1997. Il corpo maggiore del libro quello scritto negli anni 1983/84, lo scrissi, come sol dirsi tra Milano e dintorni e Porto D’Ascoli, quelle del 1983 credo tutte a Milano.

Buona Lettura.

Patrizio Marozzi

 

 

 

Desiderando

 

Oggi ricordo

aspetto una domanda

Il ritorno di quel che ho scritto

su quella lettera.

Cerco l’illusione, le idealità

ma non mi basta

penso che mi allontani

Aspetto e temo che non c’è

la risposta

Guardo un uccello che vola

e questa gioia mi rende nostalgico

 

Tutto questo non è……

non basta.

 

 

°°°°°°°°°°°

Questo momento ascetico di un libro

in mano

Questo momento perso

non più ritrovato

 

svolta oltre ciò – ciò che non c’è

Un libro chiuso

ed è già memoria.

 

 

°°°°°°°°°°°°

Cerco solo     quel

che mi anela                         il silenzio.

Il troppo che la voce mi chiama

 

E queste parole che non trovano un

percorso

mi portano placido

Di aver trovato

Sento.

 

 

°°°°°°°°°°°°°

Lasciate inganni – svaniscano

le polveri del cuore si disperdano

dare gesto all’amore

 

Apri il raggio – torni il vento

Aprite il mondo oltre i pensieri

 

svaniscono

 

tu torni ad amare.

 

 

Pagine

 

Buttate, strappate

dove

Tra quei tre fogli

scopri un gesto

Un’immagine accartocciata

poi tutto si ripete

sempre, come mai.

Un passo

Il suono di un pianoforte

Una sillaba

Soltanto

una lacrima

una respiro

Pagine!

 

 

°°°°°°°°°°°°°

Aria

fredda

bagnata

la vita, racconto archetipo

da capire

ascoltare

perché……..

Aria di notizie letterali

giorni che scorrono,

risate

il volto

opposto

Aria morta

Bocca righe pianti,

interni

Assorte corte impresse

cartoline sbiadite

sognando il tempo.

Rilegge, golpe

L’età della ragione.

 

Diari di ladri.

 

 

NO!

 

Giace

pelle, terra, stelle

Suono.

 

 

L’essere o non l’essere

 

Le strade evaporano

cantano l’inno

I piedi calpestano

Il tempo

qualcuno va in barca tra la nebbia

delle paludi

Il silenzio delle bare che si chiudono

Odore

Melodia

Strade oniriche.

 

 

°°°°°°°°°°°°°

La nave è pronta per il viaggio

la lunga linea senza confini non attende altri

Troppo stupidi

La carne odora

Profumo, il Tempo

D.N.A

Putrefazione nei nostri inconsci

Sputi

pallida e consunta

flebile il pensiero

IO

Frequenze dai momenti

Fuori.

 

 

Aspetti

 

Passo

come le donne fanno

tra le braccia intrecciate

in una solidarietà repressa

Della terra c’è

Requiem

Quanti momenti, corpi

che posso essere vero

Lettera lascia che leggano

Supine le loro parole hanno

il narcisismo della vita

Dire

stesso, “struttura”

La bellezza infinita

la complessità della semplicità

Amore stesso

di

nessuno.

 

 

°°°°°°°°°°°°

Bambino delle cose

fermati

altrimenti perdo il momento

Ascolta muri ascolta

Le mani hanno raccontato

senza vergogna

Dirti e mi racconto

il giorno è contare.

 

 

°°°°°°°°°°°°°

Stop

è guardato attorno

Ma nel farlo altrove

un’immagine un momento

e pur fermi

Passi infiniti

ascolta i suoni che ti

parlano

Abbraccio è già stato

il mattino è la tristezza della vita

Intorno pur vivere

e guardarti attorno.

 

 

Nell’appropriazione del punto.

 

 ….. le parvenze fluttuano

nei loro punti; luoghi suoni crescono e declamano

i colori

dalle sonorità mentali.

Mani dietro mani acclamano i foschi pensieri

che crescono nei momenti euristici.

I punti crescono gemono nelle atmosfere ormai

spaziali, I muscoli si tendono / si tendono a ciò che sono,

piani che cantano i loro suoni

defluiscono

negli squarci dei momenti………..

sospesi ed avulsi.

Sonorità vocali

Sonorità vocali

Sonorità vocali

Premono gli specchi, le esplosioni dei momenti

travalicano

Sonorità vocali

Sonorità vocali

Sonorità vocali

Sonorità crescente, nei chiosmi delle scritte.

Scritte.

Frastuoni monumentali nei sepolcri agnostici, crepe

aggeggi di sonanti metalli vibrano dilatano

squarciano infrangono.

Sonorità vocali

Sonorità vocali

Sonorità vocali.

Trap Trap Trap Trap Trap Trap Trap Trap Trap Trap

l’uccello stride, stride.

l’uccello stride

l’uccello stride i punti, i punti multipunti.

i colori ci sono e s’infrangono ---- Spazi.

Le buste bruciano e seppelliscono seppelliscono seppelliscono

Sonorità vocali

Sonorità vocali

Sonorità vocali

---- Voci sonore spaccano le dita e tu sei ferm o a,

sei ferm a o e ti…………….

I punti oblii dei punti, punti, punti; tutto tutto

tutto tutto tutto tutto tutto tutto tutto tutto.

Esprime il punto

 

 

°°°°°°°°°°°°°

Il sole splende silenzioso

oltre i limiti

della mia sopravvivenza.

Mi aspetto e cos’altro.

Nel tempo – dietro il tempo

Tu un luogo e in un altro

Luogo

 

 

Ac

 

I cerchi guardano………..

là.

Ac Ac Ac Ac Ac Ac Ac Ac Ac Ac

Spazi degli strumenti e scritte ferme

nei cerchi ottusi

Poca Poca carta.

Adesivi attaccatici, sui buchi buchi e tu fermo.

fermo senza realtà e la fantasia

non più, ma le righe

camminano

camminano

camminano

camminano

ma dietro il ferro che c’è Ac Ac.

Tu non puoi Tu non puoi,

i sono un punto.

 

 

I punti trasmigratori

 

Il punto si eleva e trasmigra

I punti si elevano e trasmigrano

  I punti si elevano e trasmigrano.

Trasmigrazione dei punti nei getti dei tramonti

oscuri;

gli spazi si assorbono verso i sibili dei corpi cubi.

simmetrie nei cementi armati e super dosi idilliache

nelle nevrosi postume.

le giovani donne echeggiano tra i virgulti

dei corpi e nel contempo i punti trasmigrano…….

attraverso gli spazi dei rumori elevativi.

Cantano i suoni cantano i suoni come arpe ferma.

Non più figli del tempo statici e cadaveri

ma inventori dei nostri giorni;

nei viaggi dei nostri punti trasmigratori.

 

 

°°°°°°°°°°°

Fuori piove

i corpi vagano

e la leggiadra notte.

I copri vagano e i pensieri

crescono

di polvere, vento.

I morti, le viuzze e la notte

attimi pensieri.

Le vene si gonfiano

quasi esplodono

ma il dolore resta fuori

Umano

umanità

Vivere

…… Sembra che tutto cada

Vano

E le menti parlano di un uomo estraneo

 

 

Un uomo all’aperto, che guarda e forse pensa.

 

Che

c’è

in questo mondo folle

che

c’è

tra questo spazio così grande

sul corpo stanco

                        cosa accade?

Tormenta questo mondo

spinge questo grido

fino a piangere.

 

 

Il sé

 

Il sé

nella stanze oltre la porta

nelle stanze oltre la porta

nelle stanze oltre la porta

oltre la mia porta

oltre la mia porta

Il Sé

Il Sé

Il Sé

nell’ultimo tram della sera

Il Sé

Il Sé

Sé nell’ultimo tram della sera

Il Sé

Il Sé

nell’ultimo tram della sera



Il Sé

ultimo appuntamento

Il Sé

Il Sé

Il Sé

che spinge oltre la comprensione

Il Sé

fino all’incomprensione altrui




Il Sé

Il Sé

Tragica entropia, Tragica entropia



Il Sé

Il Sé

nelle stanze colme di Sé





Il Sé

Il Sé

nelle porte per sempre chiuse

Il Sé

Il Sé

Il Sé

Il Sé

per te che rinunci alla comprensione

Il Sé è morto.

 

 

°°°°°°°°°°°°°

Serata d’autunno

Calma e cauterizzanti

Così loquace e riflessiva

Serata d’autunno

o già notte autunnale

che contempli la città

sui

palcoscenici dei silenzi

ridestando in essa antichi

riverberi

che mai la lasceranno

Mi trovo bene

nella città notturna

in armonia con il mistero

che avvolge

consiglia, ascolta

pensieri

Bene nel buio

vicino all’inconscia coscienza

che rimane fino all’alba

 

La luce dei lampioni

diffonde

atmosfere

nell’intimità fredda

Illuminano strade.

 

Ora il sole e la notte

In armonia con il tempo

 

Ascolta accompagno

foglie verso la terra filantropa

che come la tristezza incolume

avvolge, abbraccia

ti ama.

 

 

°°°°°°°°°°°°°°

I boschi calmi

avvolgono

intensi

l’unione dell’acqua

alle gocce della pioggia

pozze nella terra

 

Le voci dei vecchi ammoniscono

sui vicoli delle strade

quelle strade senza colore

senza spazi

non quelli già destinati

la vita

Il canto dei passeri canta

melodiosi saluti

partenze arrivi

di viaggiatori ignoti

non a noi

Quanti frammenti di vita

nei sorrisi, nei pianti, nei dolori

nelle gioie

Quanta vita in costoro

E quanto è bella la dolce serenità

del vivere

Che troppo tardi apprendiamo.

 

 

°°°°°°°°°°°°°°

Incertezza in ogni noi

Ci aspetti fuori, ne

Negli spazi dell’esistenza

 

 

°°°°°°°°°°°

Ascolto dentro il tempo le cose che cambiano. Mi trovo qui immerso in questo momento del mondo senza capire dove dovrà l’accadere. Non sospetto nulla, ma sono certo che tutto stia perdendo in senso del reale. Il mondo è un soggiacere di volgarità. Non mi aspetto, forse, niente altro che il silenzio per riconciliarmi con il mondo. Mi aspetto, meglio, aspetto il mondo dove io già sto. L’universo dei sentimenti.

 

 

 

 

www.ilmanoscrittodipatriziomarozzi.it

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